Retro-stories: La nascita del gaming online su console

Il multiplayer online su console è storia davvero recente. Se PSX e il Saturn sono console riconosciute come la rivoluzione del 3D, seguite poi dal Nintendo 64, è solo con i sistemi a 128 bit che si può finalmente parlare di online gaming. PS2 ed Xbox infatti, sono state le prime console in assoluto ad affacciarsi sullo sfaccettato mondo dell’online, adottando un sistema molto simile a quello su PC ma più user friendly: mediante infatti i due servizi di Sony e Microsoft, rispettivamente il Playstation Network ed Xbox Live, gli utenti registrati potevano accedere a diverse funzioni, primo fra tutti il gioco in rete. Lo shooter in terza persona Socom: Us Navy Seals di Zipper Interactive fu da apripista per tutte le successive produzioni per PS2 e segnò anche un successo insperato per Sony stessa. In poche settimane infatti, Socom fu mattatore di vendite, ove i videogiocatori di tutto il mondo lo acquistarono non per l’entusiasmante single player, bensì per l’inedita componente multiplayer. Un gameplay veloce e frenetico, un ottimo level design, diverse modalità di gioco che accompagnavano il canonico Team Death Match, la chat vocale e un netcode più che discreto furono elementi vincenti per  Socom e soprattutto di PS2. Di lì in breve quasi tutti i titoli post-Socom adottarono  modalità di gioco online. Microsoft dal canto suo non fu a guardare, e da subito realizzò una infrastruttura internet ad hoc per la sua Xbox. La prima console della casa di Redmond infatti implementava dall’inizio funzioni online (come ben ricorderete, i primi modelli di PS2 non integravano un adattatore di rete, cosa che venne rilasciata in seguito per i modelli FAT con il famoso “Network Adapter” con annesso CD di installazione) e il servizio Live era già all’avanguardia. Basta citare infatti un solo nome: Halo. L’FPS per eccellenza su console nonché FPS online che ha segnato un’intera epoca.

I due colossi insomma, stavano spianando la strada verso una componente del gaming ormai irrinunciabile, componente che poi verrà supportata pienamente e con ottimi risultati sulla attuali piattaforme di gioco PS3 ed XBox 360, console che fanno ormai dell’online il loro cavallo di battaglia. Anche qui basta citare tre o quattro nomi per rendersi conto della portata che ha il net play in un videogame: la serie Call of Duty, Battlefield, Killzone, FIFA. Tutti capitoli di enorme successo, successo scaturito proprio grazie alla presenza dell’infrastruttura online che amplia de facto l’esperienza videoludica. Bisogna considerare poi tutto l’universo Internet: PS3 ed Xbox 360 e, in misura minore anche Wii, offrono servizi diversi, legati e non al gaming: ritroviamo dunque DLC ed espansione per tutti i tipi e per tutti i gusti, la possibilità di prelevare gratuitamente le demo e visionare video ed eventi live, ma anche affittare film e serie TV, ascoltare buona musica o divertirsi con titoli minori, tra indie games o giochi arcade. Le vie del web sono infinite e tutti e tre i produttori di hardware Sony, Microsoft e Nintendo, sebbene con delle differenze di gestione e di “visione”, sono riuscite ad integrare alla perfezione nelle loro console l’online. Tali servizi si sono poi trasformati anche in una fucina di idee ma soprattutto di introiti. Quasi metà del fatturato proviene infatti partendo da questi servizi online, tra abbonamenti e l’acquisto di contenuti digitali. Una vera e propria “gallina dalle uova d’oro” per hardware e software house.

Le attuali console però ancora non permettono mondi persistenti, nella fattispecie la gestione di MMORPG veri e propri. Allo stato attuale, vuoi per i limiti tecnici di PS3, Xbox 360 e Wii, vuoi per alcune scelte ancora troppo limitanti imposte agli sviluppatori, non esiste su queste piattaforme un gioco del calibro di World of Warcraft o Guild Wars, giusto per citare i due più popolari MMORPG per PC. Anche numerosi FPS sono limitati per numero di partecipanti, con una media di 8 giocatori per team, dunque un numero totale di videogamers che non supera quasi mai le 20 unità. Il futuro in questo senso potrebbe essere proprio il superamento di questi limiti e una maggior apertura agli sviluppatori, anche indipendenti, che avranno libero accesso alle proprie creazioni inaugurando quello che manca alle console odierne: i MOD. Il passo successivo dunque, sarà quello di avvicinarsi quanto più possibile alle potenzialità già espresse dai PC collegati in rete e forse, per la prima volta nella storia di console, potremo mettere mano a MMORPG ed FPS massivi e alla possibilità di provare MOD amatoriali e non, sui nostri videogames preferiti. Le premesse ci sono tutte e siamo sicuri che con la next generation l’integrazione tra hardware, software e web sarà ancora più presente ed evoluta, magari puntando anche sul cross-platform. Qualche esperimento è stato già fatto, ma i risultati non sono stati quelli desiderati. La convergenza tra PC e console si sta affinando ulteriormente così come il mondo del cloud gaming che con i sistemi Gaikai e OnLive sta aprendo nuove possibilità per il videogiocatore moderno.